Architettura e potereLo stato sabaudo e la costruzione dell’immagine in una corte europea
Comitato scientifico e direzione della collana:
Paolo Cornaglia, Elisabeth Kieven, Andrea Merlotti, Costanza Roggero, Cristina Ruggero, Alberto Vanelli
L’architettura fu per i Savoia uno dei principali mezzi di espressione di magnificenza e potere.
In tale senso vanno lette pubblicazioni come il Theatrum Sabaudiae, vero e proprio atlante illustrato delle architetture e delle città dello stato ed eccezionale strumento di promozione dell’immagine della dinastia, così come la numerosa serie di incisioni e vedute della città capitale, ma non solo, che ci restituiscono, più che lo “stato dell’arte” alle varie date, l’idea dell’architettura come strumento emblematico del potere assoluto.
L’attuazione (spesso parziale) di questo disegno complessivo, portato avanti nel tempo dalle diverse linee programmatiche di ciascun sovrano, portò la corte sabauda a servirsi di figure di primissimo livello quali Carlo e Amedeo di Castellamonte, Michelangelo Garove, Filippo Juvarra e Benedetto Alfieri.
Ad essi sono dedicati i convegni internazionali organizzati dalla Biblioteca Hertziana (Istituto Max-Planck per la storia dell’arte) di Roma e dal Politecnico di Torino (Dipartimento Casa Città e II Facoltà di Architettura), con lo scopo non solo di approfondire, portare avanti e aggiornare le ricerche già in essere, ma di indagare in particolare le interazioni e lo stretto rapporto tra la loro attività e la volontà e le politiche dei sovrani presso cui operarono.