Grotte e muro castellamontiano
Come risulta da disegni del Seicento, che rappresentano il complesso della Reggia visto da nord, il muro di terrazzamento, che correva nel tratto compreso tra la Corte d’onore e la Fontana d’Ercole, costituiva per il giardino basso un fondale ricco di valore scenografico con una articolazione di sporgenze e rientranze corrispondenti alla scansione geometrica del giardino stesso.
Le superfici erano rivestite di concrezioni e scorie minerali, con incrostazioni di conchiglie, che potenziavano gli effetti chiaroscurali prodotti da nicchie e grotte. Fontane e statue di marmo arricchivano il manufatto con significati allegorici e tocchi di luminosità.
La rimozione delle statue avvenne già nel corso del Settecento.
Con l’intervento di recupero, la struttura, che era ormai interrata, è stata riportata alla luce. Il restauro puramente conservativo del muraglione, privo delle funzioni decorative seicentesche, evidenzia la sua funzione di sostegno e ne valorizza le linee architettoniche. In una zona limitata, è stato realizzato un esempio di come era il rivestimento decorativo della superficie muraria. Tra i due livelli, sul lato verso la Fontana d’Ercole, è stato ripristinato il collegamento mediante una scala in ferro e legno che non interferisce con le strutture murarie originarie.
Il Giardino delle Sculture Fluide di Giuseppe Penone
Sviluppato su un terreno che si estende per tre ettari, Il Giardino delle Sculture Fluide di Giuseppe Penone presenta alberi in bronzo, fontane e boschetti ed è strutturato sulla base del Giardino delle Fontane che Amedeo di Castellamonte aveva ideato per il parco della Reggia.
Si compone di quattordici opere, realizzate tra il 2003 e il 2007, ed è pensato come un luogo sensoriale dove i vari materiali utilizzati (alberi, marmo, acqua, bronzo, pietra e granito) scandiscono il passaggio da una scultura all’altra, in un continuo stato di fluidità tra gli elementi, al fine di scoprire le analogie che legano i mondi minerale, vegetale e umano.
Il progetto è stato realizzato in collaborazione con il Castello di Rivoli - Museo d’Arte Contemporanea.
La Peschiera
Nella descrizione dei giardini fatta da Amedeo di Castellamonte, che li progettò poco dopo la metà del Seicento, viene dato rilievo al “grande canale” ai piedi dei giardini di settentrione “tra muri, coronato e recinto d’allee piantate d’Alberi di Roveri” in cui confluivano le acque delle numerose fontane e del torrente Ceronda e in cui le dame e le altezze reali erano solite dilettarsi godendo l’ombra in “pompose Barche” e deliziandosi nella pesca e nella musica.
In alcune incisioni del Seicento è rappresentata una grande vasca rettangolare, ma già nel disegno attribuito a Jules Hardouin, Mansart e Robert de Cotte, legato al progetto di Michelangelo Garove del 1699, al suo posto erano fontane e parterre erbosi.
In un rilievo del 1826 tutta la zona appare trattata a prato.
Nell’attuale realizzazione, si è voluto creare un vasto bacino d’acqua in cui la Reggia potesse rispecchiarsi, con l’intento di creare occasioni di svago e prevedendo futuri arricchimenti artistici in corrispondenza della siepe perimetrale di carpini.
Cassoni mobili nell’acqua contengono piante di ninfee, che fioriscono da aprile -maggio fino a settembre. Sotto il livello dell’acqua sono presenti piante ossigenanti autoctone.
Ad est e a ovest della Peschiera piante di varie specie locali ed esotiche, di notevole potenzialità scenografica (Morus Alba, Acer Campestre, Sophora Japonica, Liquidambar), formano boschetti destinati a creare ampie zone d’ombra.