Potager Royal | La Venaria Reale
Potager Royal - Foto di Dario Fusaro

Potager Royal

Nel Parco basso dei nuovi Giardini della Reggia sorge il più grande Potager d’Italia, in un’area di circa 10 ettari localizzata nei pressi della Cascina Medici del Vascello.

Potager Royal, cubotti di verdura e fioriture. Foto di Dario Fusaro

Qui nel ‘600 e ‘700 si estendevano parte dei Giardini, mentre nel corso dell’800 il medesimo spazio era utilizzato per coltivazioni estensive da parte dell’Azienda Agricola della Real Casa.
La presenza di uno spazio destinato alla produzione agricola viene, infatti, attestata da numerose immagini storiche, in cui la collocazione del Potager (orti e frutteto) era individuata nella parte sud del Parco alto, area destinata oggi ad uso militare.

Il progetto attuale di rifacimento degli orti ispirato all’antico disegno presenta una forma quadrata dove troviamo: aree coltivate, vasche, fontane, spalliere di alberi da frutto e pergole su cui cresceranno fioriture e ortaggi.
Grazie ad un’attenta lettura dei documenti storici i nostri esperti sono stati in grado di risalire alle specie coltivate all’interno degli orti e dei frutteti e al loro utilizzo, fonte indispensabile che ha permesso di recuperare una vocazione del luogo che sembrava perduta.

L’area oggetto dell’intervento si estende sui terreni a est e a ovest della Cascina Medici del Vascello, gli orti e i frutteti, che occupano uno spazio di circa 10 ettari. La parte ornamentale, realizzata secondo i principi dell’Agroecologia, ha l’obiettivo di essere un modello unico con scopi ricreativi, estetici, educativi, storici, gastronomici.

Orto

Gli orti riprendono e rendono attuale ciò che tra Seicento e Settecento era un potager che forniva i prodotti per la gastronomia di corte. La forma dell’area era quadrata, e ospitava coltivazioni orticole e frutticole, giochi d’acqua, pergolati per passeggiate estive. 
Le descrizioni dell’epoca, sufficientemente articolate e ricche di particolari, come l’elenco delle specie coltivate, hanno permesso un recupero rispettoso e hanno consentito di definire le linee per il nuovo progetto degli orti e dei frutteti di Venaria Reale. Questi, situati intorno alla Cascina Medici del Vascello – struttura agricola ottocentesca sorta quando la Reggia da Casa Reale fu adibita a scopi militari, occupano l’attuale Parco basso, l’area oggi più adatta alla coltivazione, estesa per circa 10 ettari.

Il recupero degli elementi storici, le delimitazioni geometriche degli spazi, il verde e le fontane, oltre alle aree coltivate ne fanno un museo senza teche, che cambia al mutare delle stagioni, all’alternarsi delle coltivazioni e al succedersi delle fioriture. La sua evoluzione e la sua continua metamorfosi è tipica degli ambienti naturali e vivi. Inoltrandosi nel percorso si può scoprire come la ricerca estetica delle prospettive, delle forme e dei colori, e la ricerca agronomica, di varietà, portamenti e ritmi vegetativi, si sono sposate.

Frutteto

Nel frutteto cambia il paesaggio, che diventa verticale e accompagna il visitatore verso la metà ideale del Potager Royal, la strada che esce dalla cascina e raggiunge l’Allea, il canale che collega i resti della Fontana dell’Ercole alle fondamenta del Tempio di Diana. Simmetricamente, il Potager Royal prosegue replicandosi per estensione oltre la linea della strada, ma mutando per varietà e disposizione delle piante.

Il frutteto, che abbraccia la Cascina Medici del Vascello, ospita 1700 alberi messi a dimora nell’autunno del 2010. La scelta delle specie ha privilegiato quelle adatte per clima, quindi le varietà storicamente presenti nel territorio piemontese e, infine, tra queste, le più interessanti per la qualità organolettica dei loro frutti.

Questo è un giardino in cui gli alberi sono allevati in due forme principali, a candelabro e a spalliera, portamenti che oltre a favorire la produzione e la raccolta, consentono di ottenere risultati estetici incantevoli. La distanza reciproca dagli alberi è maggiore rispetto a quella impiegata nelle produzioni intensive, e consente di ospitare a terra prati e colture erbacee, oltre che camminamenti e spazi liberi. Gli alberi della stessa varietà sono stati raccolti in gruppi e la vicinanza facilitare sia la cura delle piante sia la raccolta dei frutti. Nulla, infatti, va sprecato, e i frutti sono destinati all’utilizzo immediatotrasformati in conserve e, se abbondanti, anche venduti direttamente.

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